Ossessione Social. Oggi, la creatività è in pericolo?

Il social network incentiva o sopprime la creatività? Cosa ci sta succedendo? Come stiamo cambiando?

Questo post parla di creatività e nasce da una riflessione chiacchierata, uno scambio d’idee. A volte prima parlo e poi scrivo. Ultimamente mi faccio spesso la domanda:

“Oggi, la creatività è in pericolo?”

Non posso rispondermi in modo esaustivo perché il mio punto di vista è limitato. L’angolo personale in cui mi trovo non è il mondo. Ed è anche per questo motivo che scrivo un post sull’argomento: sapere cosa ne pensi tu.

Ti chiederai cosa c’entra il social network con la creatività. Ecco, cercando di rispondere alla domanda sulla creatività in pericolo, il pensiero mi ha portato a osservare il nostro comportamento nel social network ed è nata questa riflessione.

Pensavo alla creatività, a come si nutra di conoscenza, di interazione, scambio, condivisione. Pensavo anche, però, a quanto la creatività abbia bisogno di momenti di pausa, di solitudine, di attesa, pazienza, fiducia. Quella fiducia che si dà al buon vino, quando si fa decantare e si attende la sua trasparenza per gustarne a pieno tutta la bontà. La pausa buona.
Il Social sta riducendo sempre di più questa pausa. Il social network sta riducendo lo spazio personale. È accelerato. Questa è la mia impressione.

Questo spazio personale di cui parlo, che spesso chiamo anche solitudine, credo sia necessario per attivare alcune fasi fondamentali della creatività, come l‘incubazione, cioè quel periodo che serve per elaborare e analizzare le informazioni raccolte nella propria mente, e l’intuizione che ‘accade’ quando le informazioni trovano la loro collocazione. E per attivare queste fasi ci vuole una pausa.

È un po’ come l’interruttore acceso o spento. L’idea può nascere inseguendo un pensiero preciso, cercando di riflettere, di analizzare, di seguire un percorso più o meno segnato che ci porti in una direzione già stabilita. Ma l’idea migliore nasce quando non si cerca. Nasce quando ci si mette in pausa e si rimane con se stessi. Mentre si fa una doccia, si attraversa la strada, ci si prende un cappuccino seduti a un tavolo, si fa una passeggiata. Tutto questo, però, deve avvenire con l’interruttore spento, in dolce solitudine, senza la smania di riportare nel social ogni pezzetto di vita personale.

Vedo persone incollate al proprio smartphone in ogni spazio della giornata. In fila al supermercato o attraversando la strada, prima, dopo e durante uno spettacolo teatrale, e appena l’aereo atterra! Persone pronte come soldatini, obbedienti e invasati, ad assicurare la loro presenza dentro il social preferito. Ossessione Social!
Molti di noi ormai vivono dentro al social network. E gli spazi personali sono solo attese pesanti, momenti da superare in tutta fretta. Per questo si riducono sempre di più. Oh! Di molte persone si sa proprio tutto: abitudini, usanze, credenze… pause caffè, notti insonni, traffico mattutino, dove sono, con chi sono 24 ore su 24. Anche quello che ‘guardano’ in TV, e ce lo raccontano praticamente in diretta. Altro che reality show!

Questo ‘stare insieme’ può far piacere, però, non è sempre creativo. Ora potrai tirarmi fuori il ‘concetto di brainstorming’, una tecnica creativa che si usa fare in gruppo. Sì, certo, la ‘tempesta di idee’ è una tecnica straordinaria e funzionale ma per fare in modo che funzioni, il gruppo deve ‘spegnere l’interruttore’ e mettersi al servizio dell’idea. Quella del brainstorming è il vero momento di pausa, quello di cui parlavo, solo che viene fatto in gruppo. Talvolta succede anche in un Social, tra i commenti a un post. È raro, però, perché il tempo dentro un Social è sempre molto accelerato. Non c’è pausa e si tende a imporsi anziché mettersi al servizio della vera condivisione e della creatività. Si è perennemente di fronte a una telecamera con l’operatore di ripresa che decide velocemente di inquadrarti o no a seconda di quello che scrivi o che posti. La pausa non esiste.

Il bello è che tutti possiamo ‘parlare’. Nel Social, tutti siamo allo stesso livello, sintonizzati sulla stessa frequenza: persone famose e perfetti sconosciuti, veri esperti e improvvisati, persone impegnate e perditempo. Sì, è bello ma non sempre. C’è un rumore di fondo che appiattisce tutto, anche le voci che dicono qualcosa di interessante o di creativo. Spesso viene sommerso, e la creatività sonnecchia sotto questa coltre fitta e polverosa.
Ossessione Social!

È così? O è solo una visione parziale, la mia? Quella del social network è un’ossessione o un bisogno comune? Tu che dici?

Pat

3 commenti su “Ossessione Social. Oggi, la creatività è in pericolo?”

  1. Salve Patrizia, concordo sul fatto che i momenti di “pausa”dai social network ci vogliono, e che non sia necessario scrivere tutto di sè e condividere ogni benedetto istate della propria giornata, così concordo sul fatto che tutto corre troppo veloce e nulla s’imprime veramente nella memoria di chi lo vive e di chi lo condivide.sarà per via che amo la lentezza,in certi casi, e penso che la creatività nasca ovunque fuorché nel mezzo del frastuono di voci,rumori, e imput a oltranza.

    Quello su cui non concordo del tutto è che è vero che sui social tutti si è sullo stesso piano, chiunque ha un blog, non sono richiesti titoli per entrare in facebook e affini, ma se poi si va a scavare a fondo anche nei social ci sono le elite a circolo chiuso, e trovo proprio che la morte della creatività derivi molto anche da questa, il rimanere sempre coerenti agli stessi discorsi, e alle stesse letture, allo stesso circolo di persone, quando invece il mare del web è vastissimo,s’incontrano tante culture,tanti stili di vita, e ci si può confrontare su tanti livelli, qualche volta insegnare e altre volte imparare.

    Per esperienza ho visto come blog di una certa nicchia se sei fuori tema con il tuo blog dalla loro nicchia a malapena vieni ringraziato per un commento, eppure queste persone vantano tanta cultura,tante capacità. ma mancano di una cultura ben più ampia: il saper socializzare con tutti e l’apertura mentale, e credo che anche questo nuocia gravemente alla creatività, fin dei conti gli slogan migliori,gli spot più riusciti non son forse nati dalle idee e dalle parole rubate per strada? Fra la gente di di ogni livello,cultura e stato sociale.

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    • Buongiorno, Carola
      Interessante il tuo intervento.
      Credo di non essere mai inciampata in queste ‘elite’ di cui parli. La sensazione che ho spesso avuto è stata quella di un’apertura anche forzata nei confronti di tutti indistintamente ma solo per collezionare fan o follower. Un atteggiamento, a volte, fin troppo opportunistico. Ma la mia visione, devo ammettere, è un po’ superficiale perché il social non lo vivo a pieno.
      Quel che dici è interessante perché concordo sul fatto che una reale apertura a ‘cose nuove’, culture diverse, letture mai fatte, persone al di là del proprio circolo rassicurante, sia un’ottima strada verso la creatività. Sarebbe un nutrimento. Questo dovrebbe essere il vero spirito del social network! Incontrarsi mentalmente e mescolarsi. Quando questo succede, e posso testimoniare che a volte succedde, la creatività fermenta e nascono le idee…
      Purtroppo, troppo spesso, il social è solo una facile realtà per autocelebrarsi.
      Grazie 🙂

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  2. Ciao Patrizia,hai aggiunto un osservazione che avevo tralasciato e che condivido l’apertura forzata,come la gentilezza ostentata , il famoso sorriso a denti stretti.
    Il mio discorso era generalizzato, anch’io posso dire di avere fatto incontri molto belli, e conosciuto persone che hanno creato valore aggiunto alla mia “formazione caratteriale” e non solo anche in termini di cultura, quel che dispiace è vedere che però la bilancia pende di più sugli aspetti negativi, quando invece come ben dici, i social network dovrebbero essere nutrimento.
    Un saluto

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