Una potenza inenarrabile…

Nella Rete, attraverso siti internet, blog, Social, si usa raccontare la propria azienda, i propri prodotti o servizi con delle storie. È un metodo vincente perché le storie hanno una potenza inenarrabile.

Immagina te bambino/a, e quel grande libro di fiabe con la copertina rigida colorata d’autunno. Foglie, funghi, cappucci e orecchie a punta. Immagina quella voce che pagina dopo pagina srotolava la storia, il racconto di fate e folletti, di gnomi e principesse nel bosco. Quella voce che raccontava.

In quel momento, con quell’ascolto, sviluppasti il gusto della curiosità. L’attesa della pagina girata, il fiato sospeso per quel volo di fata. L’evolversi della storia e la fine che pur conosciuta sembrava sempre una sorpresa.

Il gusto della curiosità alla lettura credo possa nascere da quell’ascolto. Ci raccontavano le storie, una volta. Spero si faccia ancora perché credo sia importante quella voce che legge o che, semplicemente, racconta.
Nel passato le storie si tramandavano dai genitori ai figli, dai grandi ai bambini. Le sere diventavano magiche in compagnia di quei racconti perché non c’era altro che quello, non c’erano altro che le storie per andare lontano, per sognare, per viaggiare con la mente.

Poi le storie si sono scritte, ma leggerle era comunque una magia. Lo è ancora. Basta solo farlo.

Si pensa che attualmente i libri abbiano concorrenti molto forti, più accattivanti e che i bambini scelgano ciò che più li attrae. Secondo me scelgono la certezza di una presenza. Non sono i libri ad avere concorrenti molto forti ma sono i grandi, gli adulti a non prestare più la loro voce. Sono loro, casomai, ad avere dei concorrenti, non sempre ma a volte succede. A volte, infatti, si fanno sostituire dal cartone animato che gira ininterrottamente sul computerino di bordo, quello che fa parte integrante del passeggino, del tavolino, del seggiolino. Un’abitudine che purtroppo si vede spesso.

Ma le storie hanno vita lunga, hanno anticorpi giganti, restano nel tempo e basta una flebile voce per farle vivere. O una penna. Una buona penna per dare vita a una storia. I bambini ne hanno diritto perché è un nutrimento importante. Le storie li rendono lettori e poi scrittori.

Oggi, però, le storie sono entrate di diritto nel mondo virtuale. Ed è una gran cosa! Credo che i grandi che le hanno ascoltate da bambini ora non ne possano più fare a meno. Le usano per raccontarsi e le leggono per conoscere e per fidarsi.
Sì, perché una storia è un modo familiare per condividere emozioni, quelle buone, e le emozioni sono veicolo di buone intenzioni. Nella Rete, attraverso diversi siti internet e blog, si usa raccontare la propria azienda, i propri prodotti o servizi con una storia (web storytelling). È un metodo vincente perché le storie hanno una potenza inenarrabile.

La narrazione, se ben fatta, ti coinvolge totalmente. Riporta a galla il gusto della curiosità, quello acquisito da bambino, e l’emozione della scoperta. Le storie sono ipnotiche.
Lo sai che quando sei emozionato/ta e incuriosito/ta, inevitabilmente ti apri al mondo esterno? Ti predisponi all’ascolto. Prendi fiducia.

Ecco: se sei un blogger o gestisci personalmente il tuo sito internet, impara il metodo della narrazione. Dove l’argomento te lo rende possibile, prova a raccontare la tua attività, il tuo lavoro attraverso una storia. Che sia vera, ovviamente! Che ti appartenga, direttamente o indirettamente. Osserva i grandi, i brand più famosi. Ci innamoriamo di loro più per le loro storie che per i loro prodotti. Riflettici, è così.

Credimi, è sempre coinvolgente leggere una bella storia. Come lo è, scriverla.

Pat

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