Tempo di lettura. Tempo cambiato. O siamo cambiati noi?

Il tempo dedicato alla lettura è diverso da come era una volta. È cambiato il tempo, siamo cambiati noi. Sicuramente è cambiato il nostro modo di leggere.

A testa bassa sul tavolino del bar. Concentrato sul proprio pensiero? No. Scorre col dito indice per passare alla notizia successiva. Legge le news sul tablet. È mattina presto ma la colazione, a Roma, profuma i marciapiedi di cornetto caldo e cappuccino. La lettura è veloce. C’è chi legge il giornale sullo smartphone, appoggiato al bancone, in attesa del suo caffè schiumato. Schermo più piccolo, concentrazione messa a dura prova. Siamo in città, una città dinamica e caotica, con il tempo ristretto, i rumori amalgamati in uno strano sottofondo con picchi di sirena e clacson impazziti. La mia città.

Tempo di ascolto. Tempo di lettura. Ma chi ha tanto tempo tranquillo da dedicarsi nel silenzio della propria casa o dello studio o ufficio? Pochi fortunati o chi ha la straordinaria capacità di organizzare al meglio il proprio tempo. Io mi impegno ma sono ancora un disastro.
Il tempo non solo sembra essersi ristretto ma sembra anche essere cambiato. O siamo cambiati noi? Forse.
Di sicuro è cambiato il nostro modo di leggere. Si ascolta poco. Tra di noi ci si ascolta quasi mai.

Si legge in modo diverso. Fuori dalle mura tranquille, in luoghi aperti, caotici e veloci. Si legge sui mezzi di trasporto pubblico quando si va al lavoro, a scuola, all’università. Si legge sul treno, alla stazione, sull’aereo, all’aeroporto o quando si consuma il pasto veloce del pranzo, al tavolino del bar, magari affollato. Si legge anche al supermercato.

E la carta? Ne vogliamo parlare? La carta è diventata pesante e complicata. Ti costringe alla scelta preventiva. Questo libro, o l’altro? La rivista o il giornale? Oggi cosa mi trascino dietro? Lo so, mette un po’ di tristezza a noi affezionati del libro stampato. Ma la carta non è infinita. Mi sono imposta questo pensiero, e cerco solo di analizzare il cambiamento. Si legge sempre meno dalla carta.

Si legge tanto sullo schermo, uno schermo in movimento. Piccolo, medio, più grande. Dallo smartphone al tablet. Poi c’è chi ama la lettura tradizionale e investe in un ebook reader. È un modo straordinario per portarsi dietro la possibilità di scegliere tra i diversi ebook: romanzi, guide, manuali, documenti di lavoro e di studio. Tanta lettura dentro un piccolo strumento magico.

È più difficile leggere da uno schermo. Lo è per la maggior parte dei lettori. Questo non vuol dire che ci si rinuncia: è il modo di leggere più veloce, di scegliere al volo cosa leggere e dove farlo. La grande mole di informazioni offerta dalla Rete è quella che investe il numero più alto di lettori veloci e spesso casuali. Casuali perché non sempre si ha ben chiaro cosa si andrà a leggere. Si cerca. Ci si lascia catturare e si legge.

Chi scrive nella Rete non può sottovalutare questo cambiamento. Deve farci i conti.
Non è possibile sapere in anticipo dove il lettore leggerà. Ma si può fare qualcosa di importante: scrivere in modo chiaro. Incontrare il lettore in uno spazio diverso, più veloce, e farlo con l’intento di rendergli più facile la lettura.

E tu come leggi? Secondo te è più difficile leggere da uno schermo? È cambiato il modo di leggere?

Pat

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