Un po’ trascurato

Questo povero po’ maneggiato con disamore, spesso mi fa un po’ pena. Lo vedo sempre di più apparire in ogni scritto che sia veloce o apparentemente studiato.

L’ho letto, il povero , anche in testi firmati dai cosiddetti copywriter o webwriter del momento. E non era un refuso! Perché un refuso, per quanto giocoso, se ripetuto più volte nello stesso testo diventa ERRORE.

Ora ti svelo l’errore, se non l’hai già capito: un accentato.
No, ti prego! Abbi pietà di me! Ogni volta che leggo un accentato mi spunta un capello bianco. Ormai sono al limite e dovrò fare presto una tinta coprente. Peccato. Avrei aspettato ancora un po’.

Un testo armonico e leggibile è fatto anche di poche, semplici regole. Non sono necessari talento, titolo, training… non per trattare bene un povero po’.
Ci vuole solo un po’ di cura e di attenzione. Basta un poco di attenzione quando cancelli co e ti concentri solo un po’ per sostituirlo con un piccolo, semplice apostrofo.

È vero, il po’ è un troncamento strano, non è un’elisione ma la lingua italiana ha deciso di vestirlo con un apostrofo e non lasciarlo nudo, triste e solitario, privato della sua seconda sillaba.
Una cosa è certa, però: il povero po’ non è faccenda da accento!
Che sia un troncamento lo abbiamo dato per certo e sappiamo anche che di regola i troncamenti non richiedono l’apostrofo come nell’elisione ma nel po’ si fa eccezione.

Non è l’unica, sai?
È concessa anche a diversi imperativi tronchi. Esempio: da’, che sta per dai , oppure fa’, che sta per fai, e ancora va’ , che sta per vai … e vai così.
Altri troncamenti apostrofati? Sì, ci sono: be’, che sta per bene. Be’, ne citiamo altri? Mo’, che sta per modo, a mo’ d’esempio…
Ce ne sono anche altri, alcuni ormai in disuso ma un tempo facevano la loro bella figura.

Ma torniamo al povero po’ e non facciamoci più venire dubbi. Come si scrive?
SENZA ACCENTO ma con un bell’apostrofetto che troviamo anche a portata di mano sulla tastiera.

Pensaci solo un po’ prima di scriverlo. Promesso?

Pat

3 commenti su “Un po’ trascurato”

  1. L’ho letto anch’io svariate volte… come pure “sò”, “quì” e altre amenità 😀
    Non so cosa insegnino a scuola oggi, ma ricordo che quando ci andavo io nessuno faceva errori del genere…

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    • Ciao, Daniele 🙂
      Sai, scuola a parte, credo che il problema più grande sia quello della responsabilità personale. Ti dico questo perché ‘certe cose’ le ho lette anche tra le righe di testi scritti da esperti del settore. Insomma, almeno chi viene considerato tale nel mondo della scrittura web. La scuola è fondamentale ma a una certa età almeno i piccoli dubbi ognuno dovrebbe levarseli da solo/a. Magari con un semplice prontuario dello scrittore 😉
      Ho fatto un salto sul tuo blog. Mi piace molto.

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