Testo Web e Magia del Capoverso

È importante fare la differenza e rendersi conto dell’effetto che un capoverso e un paragrafo hanno su un testo scritto. E non è soltanto questione di effetto visivo. A seconda di come è organizzato un testo, il senso del messaggio può cambiare.

Cos’è un capoverso?

Per prima cosa mi vien da dire che capoverso è una bella parola. Una parola che si lascia ancora scrivere e pronunciare con una certa soddisfazione.
Il capoverso ha il suo significato, è una parola che porta con sé una magia speciale: ha il potere di cambiare l’aspetto di un testo scritto, anche nel web.

In prosa, per capoverso s’intende il primo rigo di un periodo che spesso viene anche evidenziato da un rientro o dall’interlinea più larga. In ogni caso, quando si mette il punto e si va a capo, quel blocco di testo compreso tra un accapo e l’altro si chiama capoverso.

Nella scrittura web, la leggibilità di un testo è argomento d’attenzione da parte di tutti gli addetti ai lavori. Ma la leggibilità non è data soltanto dalla chiarezza nell’esposizione del tema trattato: parole semplici, frasi corte, uso equilibrato delle subordinate. La leggibilità è data anche dai capoversi, dai paragrafi, da come il testo viene posizionato nello spazio in cui vive.
Il capoverso può cambiare l’aspetto visivo di un testo e di conseguenza può renderlo più attraente agli occhi del lettore. Un testo scritto può essere scelto anche in base al suo aspetto, a quanto sembri facile leggerlo seguendo le righe, i punti, le andate a capo, gli spazi tra una riga e l’altra e quelli tra capoversi e tra paragrafi.

Ma c’è differenza tra capoverso e paragrafo?

Un paragrafo può contenere più capoversi ed è questa la differenza fondamentale. Spesso ci si confonde e si usa la parola paragrafo come sinonimo di capoverso. Capita per un motivo ben preciso: per semplificare, chi ha creato i programmi di impaginazione, sia per la stampa sia per il web, ha fatto coincidere l’unità di capoverso con quella di paragrafo. Quindi, un capitolo si suddivide in paragrafi e basta.

Per capire meglio e non confonderci potremmo considerare due tipi di paragrafo:

  1. paragrafi con la P maiuscola, che consideriamo come le unità logiche che compongono un capitolo;
  2. paragrafi con la p minuscola che coincidono con i nostri capoversi e consideriamo, invece, come le unità tecniche che compongono un Paragrafo con la P maiuscola.

Ma è preferibile abituarsi a chiamarlo capoverso. È una così bella parola!

Tuttavia, è importante fare la differenza e rendersi conto dell’effetto che un capoverso e un paragrafo hanno su un testo scritto. E non è soltanto questione di effetto visivo. A seconda di come è organizzato, un testo può cambiare il senso del messaggio.

Un testo deve essere progettato sia per dare il giusto senso al messaggio, sia per fare in modo che il messaggio venga letto con la massima facilità. E tutti possiamo renderci conto quanto sia più difficile la lettura di un testo compatto, senza la suddivisione in paragrafi e capoversi. Soprattutto un testo articolato, dove sono previsti dettagli e approfondimenti. Soprattuto un testo per il web.

Ricordiamoci che:

  • un testo nel web può essere suddiviso in paragrafi, proprio come il capitolo di un libro
  • ogni paragrafo può essere suddiviso in capoversi
  • un paragrafo può avere un titoletto e staccarsi dal paragrafo precedente e da quello successivo con una spaziatura evidente
  • un paragrafo può essere costituito anche da un unico capoverso. In quel caso paragrafo e capoverso coincidono

Prima di pubblicare un testo nel Web, è preferibile curare ogni dettaglio. A volte ci si distrae (io sono la prima a farlo) e non si presta attenzione a quelle piccole cose che possono rendere un testo pubblicato, migliore di un altro. Più leggibile. Più accattivante e abbordabile.
Tra le piccole cose a cui fare attenzione c’è il capoverso. È una magia semplice che puoi fare anche tu, sul tuo testo web.

Pat

Nel libro #ESSENZIALEVISIBILE al primo capitolo ‘UN BUON CARATTERE’ si parla approfonditamente delle regole tipografiche che non sono cambiate nel tempo e hanno un fondamento pratico perché si basano soprattutto sul concetto di leggibilità, anche nel Web.

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