Chi non conosce la tecnologia, viene usato dalla tecnologia

Pensiamo di conoscere la tecnologia ma spesso ci facciamo soltanto usare dalla tecnologia. Non siamo NOI i protagonisti e non lo sono nemmeno i più giovani.

Ci sentiamo tutti digitalizzati solo perché siamo in grado di usare un computer e sappiamo districarci tra App e Social con il nostro smartphone. Sembriamo tutti molto sicuri e disinvolti nel nostro mondo digitale ma è davvero così? Forse no.

Siamo davanti a un momento storico analogo a quello della rivoluzione industriale del primo Novecento. Il digitale è la nuova elettricità, ma la differenza profonda è che l’elettricità ti permette di dare potenza dal punto di vista dell’energia fisica, mentre il digitale travalica ogni settore. […]
(Gianmario Verona, rettore della Bocconi. Intervista su Wired)

Pare che la ‘rivoluzione digitale’ influenzerà l’intero mondo del lavoro, avrà un impatto significativo in diversi campi (sicuramente sul marketing) e su molte professioni già esistenti, e sarà alla base di quelle nuove. Il problema è che ancora non ce ne rendiamo conto. Pensiamo di conoscere la tecnologia ma spesso ci facciamo soltanto usare dalla tecnologia.

È vero che il mondo sta cambiando velocemente e noi ne facciamo parte. Pensiamo soltanto alla mole dei dati raccolti (big data) in progressivo aumento e alla necessità di estrarre valore da questi dati. Pensiamo a quante informazioni importanti si possono ottenere dall’analisi di una quantità eccezionale di dati. Pensiamo a che tipo di tecnologia avanzata e metodi specifici servono per ‘lavorare’ su questo fiume di informazioni. E soprattutto, pensiamo a che tipo di competenze servono a chi deve e dovrà occuparsene, a chi dovrà interpretarle.

Siamo pronti per questo nuovo mondo? Forse no. Ecco, a parte i programmatori, la maggior parte di noi che stiamo su internet e non conosciamo il linguaggio digitale, anche se ci muoviamo abbastanza bene in questo mondo, non abbiamo gli strumenti mentali per interpretare al meglio i futuri sviluppi tecnologici.

Si parla di coding come se fosse un affare per pochi. Oggi, purtroppo lo è ma in futuro non potrà più essere così perché il mondo del lavoro, praticamente tutto, avrà bisogno di persone abituate a pensare in un certo modo, persone che siano in grado di muoversi in questa realtà digitale in continuo movimento.

Dobbiamo investire sui giovani, e ancor di più, sui giovanissimi! Bisogna investire e prendersi cura di questo aspetto senza pensare che tutto possa avvenire da solo, in modo naturale, con il tempo.

Serve una presa di coscienza e serve conoscenza. Si pensa che i bambini siano bravissimi con la tecnologia ma non è così. Usano strumenti tecnologici ma lo fanno in modo passivo, non sono protagonisti ma seguono uno schema prestabilito. Un bambino che conosce il linguaggio digitale non segue un gioco ma lo crea, non si fa pilotare dalla tecnologia ma la usa per produrre qualcosa di suo. Non partecipa soltanto ma è protagonista perché è in grado di risolvere un problema per arrivare a un obiettivo.

Insomma, la cosa merita una pausa di riflessione, non credi?

Pat

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