Scrittura nel Web: facciamo un po’ di chiarezza?

Scrivere in modo chiaro e comprensibile deve essere un impegno quotidiano per chi condivide contenuti testuali nel Web.

In linea di massima chi decide di divulgare informazioni su un preciso argomento lo fa per essere d’aiuto a chi vuole saperne di più, proprio su quell’argomento. Chi cerca informazioni nel Web, ha bisogno di trovarle velocemente, di poterne usufruire con facilità e, soprattutto, ha bisogno che queste informazioni siano chiare, accessibili, facili da comprendere.

Questo concetto non mi stancherò mai di ripeterlo perché può sembrare scontato ma ogni giorno, nel Web, assistiamo alla pubblicazione di testi illeggibili, creati con un linguaggio ampolloso, gonfiato con inutili tecnicismi. Oppure, di contro, troviamo testi banali, vuoti di contenuto utile a chi legge. Insomma, bisogna trovare una via di mezzo? No. Bisogna trovare la giusta via!

Oggi sono inciampata in un post dove si parla di un libro: Dentro la sera, Conversazioni sullo scrivere, di Giuseppe Pontiggia. E credo che lo comprerò.
Riporto una frase del post: Pontiggia considera la semplicità espositiva un atto di coraggio, un NON nascondersi dietro linguaggi specialistici esclusivizzanti e protettivi’.

Il bisogno della chiarezza, della semplicità è anche un’aspirazione intellettuale: chi parla in modo chiaro è più ambizioso di chi si accontenta dei modesti trionfi di un linguaggio incomprensibile. Chi parla in modo chiaro risponde a una sfida molto ardua: mettere a confronto il suo sapere tecnico con il collaudo della lingua comune.
(Giuseppe Pontiggia)

Come ha detto Giuseppe Pontiggia, scrivere in modo chiaro e semplice non è facile. È un’aspirazione, un impegno, una sfida. La semplicità di linguaggio non ‘partorisce’ testi banali ma testi ricercati. Ciò che rende benfatto un discorso è proprio la ricercatezza. La capacità di saper scegliere i vocaboli più adatti, di dare ritmo alle frasi, di curare la sintassi, di semplificare i concetti, è una pratica che nasce dal desiderio di farsi comprendere senza nulla togliere alla completezza del testo.

Il linguaggio specialistico è utile agli specialisti e non deve essere demonizzato. Appartiene, però, a un gruppo circoscritto di esperti che lo conoscono e lo usano quotidianamente fra di loro. È più facile e sbrigativo usare tecnicismi per spiegare un concetto ma è il caso di farlo solo quando si è sicuri di essere compresi.

Quindi, se sei uno specialista e devi elaborare un testo sulla materia di cui ti senti esperto, tieni sempre presente a chi ti rivolgi. Se il tuo pubblico è vario, considera che una parte dei tuoi lettori potrebbe conoscere l’argomento in modo superficiale o non conoscerlo affatto. Alcune persone potrebbero essere curiose e scoprire un tema appassionante attraverso la lettura di un tuo scritto. Devi fare in modo di metterle a loro agio, di avvicinarle alla materia senza che si sentano frustrate dalla loro inesperienza.

Anche la materia più difficile si può trattare con chiarezza. Insomma, non fare della tua conoscenza un ostacolo all’apprendimento da parte di chi ti legge. È impegnativo semplificare un testo senza banalizzarlo ma si può fare. Si deve fare.

Proviamo, quando parliamo o scriviamo, a evitare i manierismi e le frasi fatte. A usare qualche parola in meno. A trovare un’espressione chiara al posto di un termine gergale o inutilmente astruso. A cercare una costruzione semplice, pulita ed efficace. Saremo più sobri e più eleganti. E avremo molte più probabilità di essere ascoltati e capiti.
(Giancarlo Livraghi)

Questo tema è approfondito nel libro:

Ben Scritto! 8 passi + 1 per scrivere nella Rete in modo efficace
un libro utile, un manuale pratico e denso di buoni consigli, una guida che ti aiuta, passo dopo passo a capire come scrivere un testo che raggiunga l’obiettivo.

Pat

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